lunedì 2 marzo 2015

INTERVISTA A KEMY CARLISLE

Chi segue il mio blog sa che non ho mai recensito romanzi o fatto interviste ad autori/scrittori. Questa volta però voglio fare un’eccezione perché quando mi capita – raramente – di notare qualche slancio creativo nel piattissimo panorama letterario italiano, lo voglio condividere con chi mi segue per dargli un po’ di quella visibilità che meriterebbe. Tanto perché si sappia che non soltanto gli scrittori che vendono milioni di copie hanno talento – sembra ovvio ad alcuni, ma le tendenze di vendita dimostrano che un lettore finisce sempre per comprare libri scritti da gente che è spesso in TV o che comunque ha già sentito nominare.
Abbiamo anche nel nostro paese scrittori e scrittrici di talento che non sfigurerebbero accanto a scrittori di calibro internazionale ma che pochi conoscono soltanto perché ancora nessun “grande” editore li ha notati, oppure perché il panorama letterario mondiale è già saturo ed è sempre più difficile ritagliarsi il proprio spazio sul mercato.
Voglio quindi presentarvi Kemy Carlisle, autrice ferrarese che ho conosciuto prima come persona che come scrittrice. Credo che valga la pena di conoscerla meglio.
Ciao, Kemy. Grazie per aver accettato la mia intervista.

Ciao Sergio, grazie a te. Sono lusingata di essere stata scelta per questa intervista, risponderò cercando di non deludere la tua stima nei miei confronti.

    Partiamo dall’inizio. Da dove nasce il tuo pseudonimo e perché lo hai scelto?
Il mio nome d’arte, nasce in contemporanea alla stesura del mio primo romanzo ambientato a Londra, città che amo per molti aspetti. Trasformare Camilla Cardi in Kemy Carlisle mi ha conferito un quel certo non so che inglese. Non trovi?!

    Ci vuoi dare brevemente un excursus su ciò che hai pubblicato finora?
Al momento, il mio curriculum d’autrice vanta una breve favola per bambini dal titolo provvisorio “Racky il drago con il raffreddore” che presto verrà illustrata da una collega grafica che ha apprezzato molto l’originalità della mia storia e tre romanzi sul genere romance – fantasy: Loveday, Daisydeiria e Rosethorn. Non sono in alcun modo collegati tra loro, per quanto mi riguarda dilungare una storia vera o inventata che sia, in due o più libri, le si fa perdere di unicità. Gli unici particolari che il accomuna sono la trasposizione di tutte le mie esperienze di vita superate positivamente o negativamente, i momenti d’amore e di dolore vissuti, le persone conosciute e perse, il tutto rimescolato con particolari storici, mitologici e fantastici.

    Tu hai sempre scelto il metodo dell’auto pubblicazione. Ci puoi raccontare il motivo di questa scelta e cosa pensi degli editori in genere?
Self-publishing. Ha un bellissimo suono questa parola.
Penso che gli autori che si auto-producono e che si auto-pubblicano siano quelli che scrivono unicamente per passione e per se stessi, senza curarsi dell’intera community di lettori che ti recensiranno, senza il fine del guadagno e dell’eventuale fama.
È una soddisfazione elevata all’ennesima potenza per l’autore essere artefice di tutte le fasi di produzione del proprio libro. Dall’idea all’impaginazione, dalla progettazione della copertina al formato della stampa. È una scelta che porta più consensi e più critiche, e ti sprona sempre di più.
Personalmente, se ne fossi in grado e avessi i mezzi necessari, procederei anche alla rilegatura!
Gli editori, oggi, parlando dei maggiori livelli editoriali, credo si siano concentrati esclusivamente sul profitto che possono ricavare con la quantità piuttosto che puntare sulle qualità delle proprie pubblicazioni e soprattutto sul valore delle opere che pubblicano.
Comunque non posso negare che, per un autore, assicurare al proprio romanzo il migliore destino editoriale per un introito sia uno scopo logico e legittimo. Al momento non è il mio caso.

    Quale credi sia il tuo scopo come scrittrice e che messaggio vuoi trasmettere con i tuoi romanzi?
Come scrittrice ho sempre declamato che mettere nero su bianco è il modo per conoscere meglio se stessi e aiutare gli altri a conoscerti.
Rileggendo, spesso, ciò che scrivo, rivivo ogni momento che ho vissuto e che è stato importante per me, che mi ha insegnato qualcosa.
Quando scrivo il pubblico non esiste. Non penso a compromessi, a restrizioni, a censure. Non scrivo ciò che il pubblico vuole leggere. Scrivo per emozionarmi, per appassionarmi, per essere coinvolta in modi diversi, per provare sentimenti che non ho mai provato. Scrivere di sé a se stessi è come specchiarsi, misurarsi con la propria vita, domandarsi – sono proprio io? È cosi che voglio essere?

    Da brava sognatrice, quali sono i tuoi progetti futuri e come pensi di realizzarli?
Un progetto attuale è nato da un desiderio che mi sono trascinata dalla prima prova della maturità. All’epoca scelsi il tema di ordine generale, ma mi pentii di non aver scelto il saggio breve. Perciò trovato l’argomento giusto, che mi riguarda da vicino al momento che guarda caso combacia con il mio personaggio animato - letterario preferito, cioè Peter Pan, ho deciso di scriverlo, finalmente. Quando lo avrò ultimato lo pubblicherò sul mio blog http://kemycarlisle.blogspot.it
Ovviamente ho in cantiere anche il quarto romanzo, Cenerére, e ne prevedo l’auto-pubblicazione per il 2016.

    Dove possiamo trovare le tue opere?
I miei tre romanzi, e spero presto anche la favola illustrata, si posso visionare e ordinare sul sito www.ilmiolibro.it è accessibile a tutti, anche ai non scrittori, basta iscriversi al sito, fare login ed ordinare tutti i libri inediti ritenuti interessanti, non solo miei ma di tanti altri autori emergenti, come in una normale libreria online.
E per chi volesse avere le anteprime e seguire le sorti e le news dei romanzi della sottoscritta è il benvenuto sul mio blog.

Grazie per esserti raccontata a me e ai lettori del mio blog. In bocca al lupo per tutto e a presto!






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